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Le Miniere di Gares (Col Negher)
Le miniere di Gares furono un modesto complesso minerario in attività dal 1450 al 1748. dal qual venivano estratti principalmente minerali di rame e ferro. Nell'area compresa tra la Valle di San Lucano e Val Gares si trovano rocce in cui in tempi geologici si depositarono solfuri di ferro e rame. Questi minerali, presenti in modeste quantità furono nei secoli scorsi di interesse estrattivo. Gli scavi furono realizzati poco sotto a forcella Cesurette sulle pendici del Sass Negher, si nota ancora l'antico sentiero, un tempo percorso dai muli, che trasportavano il materiale alle fucine, seguendo la destra orografica del Liera, fino ai primi forni fusori in località Lastei, vicino all'odierno Camping; oltre a queste due, più famose zone, alcuni tentativi di estrazione sono documentati nella sinistra orografica del Torrente Liera, presso Casera Stia, sopra a Gares. In questa zona vi erano tre cave, due delle quali ancora visibili e racchiudono i resti delle antiche armature in legno.. Tale miniere furono di importanza fondamentale per l'economia del paese di Canale, in quanto crearono occupazione, non solo per il lavoro in miniera, ma anche per attività collegate come la produzione del carbone ottenuto nelle “Ial” (Aial nella Valle del Biois”), carbonaie alimentate da ingenti quantità di legname. Anche la presenza del Torrente Liera è stato di fondamentale importanza per lo svilupparsi di queste attività, difatti i forni fusori necessitano di acqua. Oltre a questo rese possibile, nell'abitato di Gares, la costruzione di una chiesa. Le concessioni per lo sfruttamento furono affidate alla Famiglia Crotta e poi al Veneziano Vendramini, soprannominato il Signor del Forno, fu lui, infatti, a sviluppare l'attività e renderla redditizia. Successivamente subentra la Famiglia Remondini di Bassano del Grappa, di professione stampatori che usavano i minerali estratti per la costruzione di caratteri necessari alla stampa. Fu questa Famiglia a finanziare la costruzione della chiesa di Gares. Le miniere erano composte da due gallerie principali, Cesurette e ValBona.
La Miniera di Cesurette

Miniera di Cesurette, lunga circa 25 metri, nella quale si trovavano mineralizzazioni piritose più o meno cuprifere (calco pirite e pirite cuprifera). La pirite è un minerale composto da solfuro di ferro; il nome pirite deriva dal greco “Pyr” che significa fuoco, dovuto alla peculiarità di questo materiale di fare scintille se battuto con un oggetto di metallo. La pirite se scaldata con fuoco o fiamma, libera il classico odore di uova marce.

La Miniera di ValBona


Miniera di ValBona, lunga circa 60 metri, vicino all'omonima malga (1880m s.l.m.) sotto il Sass Negher, dove troviamo l'entrata, presenta principalmente mineralizzazioni di rame: i minerali utili, prevalentemente solfuri ricchi di rame quali calcopirite e bornite, con minori quantità di calcocite e tetraedrite e solfuri di piombo, zinco e ferro in quantità decisamente inferiore, sono disseminati in una breccia costituita da frammenti di roccia vulcanica cementati e in parte sostituiti da calciti. La natura del minerale di rame, presente qui, suggerisce che poteva avere tenori di metallo abbastanza elevati, tali da consentire, uno sfruttamento redditizio della zona, nonostante le modeste dimensioni. Di recente, l'analisi degli isotopi del piombo del minerale di ValBona ha evidenziato una composizione isotopica distinta daa quella dei principali giacimenti dell'area Dolomitica, incluso quello di Val Imperina.


Nell’estate del 2010, è stata da noi esplorata un’antica galleria mineraria localizzata a q. 1880 sul versante occidentale del Sasso Negro (Sass Negher), presso Malga Valbona. La galleria è facilmente percorribile per una trentina di metri fino ad un abbassamento allagato. Tracce di una mineralizzazione cuprifera, in forma di incrostazioni di ossidati e di disseminazioni e venette di solfuri, si ritrovano sia sulle pareti della galleria che, con caratteristiche analoghe, nel detrito alla base della parete rocciosa. Nell’insieme la mineralizzazione appare pertanto dominata da minerali piuttosto ricchi di rame (bornite: 65% in peso di Cu; calcopirite e tetraedrite: ca. 35% Cu; calcocite: 80% Cu) ed è abbastanza povera di pirite e di minerali di altri metalli base, comunemente associati al rame, quali piombo e zinco.
Tratto da COMUNICAZIONE MINERALOGICA di Paolo Nimis, Paolo Omenetto, Gilberto Artioli del Dipartimento di Geoscienze, Università di Padova tenuta da Paolo Nimis in occasione del Convegno ‘L’ARMONIA TRA UOMO E NATURA NELLE VALLI DOLOMITICHE’ Agordo, Sala Tamis, 12 – 13 novembre 2010.
Testi, ricerche & Fotografie: Dell'Agnola Silvio con Nikon CoolPix P1000
Biblografia:
https://www.research.unipd.it
https://www.agordinodolomiti.it/
Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive