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Torre di Babele (2310m)

Montagna > Civetta > Civetta Sud > Val dei Cantoi > Cantoi de Pelsa
Babele, torre che porta nel nome la sua complessità e allo stesso tempo descrive i nostri Cantoni.. Sorge all’est, distaccata dalla cresta principale e cade nella Val dei Cantoni, è una delle più interessanti Torri del gruppo, sia per i bellissimi itinerari che per la sua panoramicità: è infatti in posizione privilegiata, al pari della Cima del Bancon, isolata in un ambiente selvaggio. Il più complicato è senza ombra di dubbio il fianco occidentale con il quale si collega con la catena principale in una confusione di creste e canalini. È delimitato verso sud dal grande canalone che comincia tra l’Elefante e lo Gnomo di Babele, dividendosi poi in vari rami; nel versante nord ancora creste e canali conducono pressappoco alla Forcella Conegliano. Dal rifugio Vazzoler si vede un affilato ed aereo spigolo che delimita la parete sud altrettanto ripida, liscia e gialla, nascosta in basso dallo Gnomo di Babele: parete e spigolo sono percorsi da due tra le più bei itinerari del gruppo; sulla Val dei Cantoni presenta una poderosa parete tagliata da numerose cenge intersecate da molte fessure; il versante Nord-Est, che si collega alla bastionata meridionale della Cima dei Monachesi, viene attraversato da due vie, una delle quali fu aperta in occasione della prima ascensione, per merito di Renzo Videsott e Domenico Rudatis il 24 agosto 1928; al tracciato originale, in occasione della prima ripetizione, Silvio Agostini e Delio Burchiari, Ettore Castiglioni e Elvezio Bozzoli Parasacchi apportarono alcune varianti. Sempre nel 1929, il 28 agosto Leo Rittler, Domenico Rudatis e Renzo Videsott superarono, raggiungendo la cresta sud dall’ovest. Per parete est Marcello Friederichsen, Enrico Giordani ed Umberto Almansi il 15 settembre 1935, tale via venne ripetuta da Georges e Sonia Livanos con Jacques Bres ed Eric Vola. La via sullo spigolo sud, molto frequentata, fu aperta da Gino e Italo Soldà il 27 luglio 1937. Il 12 luglio 1941 Armando Da Roit, Carlo Zanvettor, Mario Facciotto e Attilio Penasa aprirono una nuova via per parete Nord-est. Infine Geoges Livanos, Marcello Bonafade e Bruno Clunet-Coste il 29 agosto 1964 superavano la parete sud, su un itinerario di immensa difficoltà. La prima ascensione invernale è da attribuirsi a Gianni Mazzenga e Ambrogio Cremonesi il 7 febbraio 1965 per lo spigolo sud.

Gnomo di Babele
Gnomo di Babele (2070m)

Posto a sud dell’omonima Torre maggiore, alto un centinaio di metri e dal Rifugio Vazzoler lo si nota bene davanti alla Torre, nasconde lo sbocco del vallino che scende tra la Torre di Babele e la Cima dell’Elefante. La sua parete sud presenta una bella roccia levigata e verticale percorsa al centro da una serie di camini-fessure che la dividono in due parti pressappoco uguali. Fu salito la prima volta da Renzo Videsott, Cornelia Polli e Domenico Rudatis il 16 agosto 1929, per parete sud e successivamente ripresa per parete ovest da Paolo Chiesura e Luigi Sperti il 13 agosto 1945.

Pulpito di Babele (2295m)

É l’anticima meridionale della Torre omonima che si raggiunge seguendo le vie da Sud. Fu raggiunta la prima volta e quindi battezzata il 28 agosto 1929 da Leo Rittles, Domenico Rudatis e Renzo Videsott nell’effettuare la salita da ovest per cresta sud. É il logico punto terminale delle vie che salgono per parete e spigolo sud.

Spiz di Babele (2250m)

Spuntone roccioso che sporge nettamente dal fianco orientale della Torre omonima circa a metà della sua altezza. Fu raggiunto la prima volta e battezzato il 13 agosto 1950 da Nereo Cusinato e Piero Rossi da Nord-est


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