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Il Mais

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Il Mais o in dialetto “sork” veniva seminato sul campo in primavera, quando la temperatura era ben calda. Il campo veniva precedentemente arato con il cavallo e concimato con abbondante letame.  Per la semina si procedeva seguendo un filo per fare le righe dritte, una donna da una parte e una dall’altra, con la zappa facevano piccoli solchi e mettevano il mais. . Quando i germogli erano alti oltre i 5 centimetri, si procedeva a “sarì”, cioè pulire dalle erbe infestanti ed indesiderate il campo, questa operazione poteva essere fatta con “el sarcol”, la zappa, per smuovere il terreno riuscendo così a rimuovere con più facilità le erbacce. Nel momento in cui le piante di mais erano cresciute abbastanza veniva ripetuta l’operazione di pulizia, provvedendo anche ad eliminare le piante troppo vicine tra loro, lasciando circa 40-50centimetri tra una e l’altra. Quando le piante di mais erano grandi si procedeva  a”redà”, cioè dare terra attorno al fusto della canna di mais, rafforzano così le radici, questa operazione veniva eseguit con la zappa o se il terreno era molto duro, prima, lo si smuoveva con la vanga, lavoro molto faticoso adatto agli uomini.  Una volta maturo, verso novembre, e in una giornata di sole le pannocchie venivano raccolte in una “derla”, la gerla. Venivano portate a casa e pulite da quasi tutte le foglie esterne, assicurandosi di lasciarne almeno 3 o 4. Si univano assieme le foglie di 3-4 pannocchie con l’ausilio di rami di “venz” e appese ai balconi delle case per farle seccare. Una volta asciutte e secche le pannocchie venivano sgranate a mano o con l’ausilio del “fer per sgranà”, uno strumento formato da una tavola e una mezza luna in ferro, sul quale venivano passate le pannocchie. Il mais a questo punto era pronto per essere portato al mulino.


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