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Bivacco Tomé

Montagna > Civetta > Civetta Sud > Val dei Cantoi > Cantoi de Pelsa
Nell'estate del 1969 a cura della Sezione Agordina del CAI e della "Fondazione Antonio Berti" è stato installato nel "Van del Giazzer" a 2860m sopra l'alta Val dei Cantoni di Pelsa, e più precisamente su una delle cenge che dal Giàzzer porta aala Cima De Gasperi (2994m) e in prossimià del grande margine esterno della parete Nord-Ovest. Appare meno spazioso rispetto agli altri bivacchi Dolomitici ma con i suoi 6 posti risulta sempre ben caldo ed accogliente per l'alpinista in cerca di riapro e di riposo. E' stato all'epoca costruito con una nuova tecnica e nuovi materiali che hanno ovviato a certi inconvenienti verificatisi in passato. Il bivacco dedicato alla memoria di Cesare Tomé, grande alpinista Agordino, pioniere anche su questi monti, è stato inaugurato e battezzato in modo ufficiale nel 1970. La sua utilità è evidente e mira  a due scopi, entrambi di grande importanza alpinistica; il primo è di accogliere, evitando così penosi bivacchi all'addiaccio per il lungo ritorno, gli alpinisti che abbiano appena terminato una delle grandi salite della cresta Nord-Ovest (de Gasperi, Terranova, Su Alto); il secondo di costituire un utilissimo punto di appoggio per gli alpinisti che intendono raggiungere la Civetta dalla Val dei Cantoni di Pelsa. Vi si può accedere dal Rifugio Vazzoler m 1714 con 5 ore di cammino lungo un tracciato impegnativo, dal rifugio ci dirigiamo  nel viottolo che porta verso il Rifugio Tissi col segnavia N°560, arrivati all'altezza della sbarra, scartiamo sulla destra e ci inoltriamo nel bosco, per una tratta poco vistosa che si abbassa leggermente e suggerita in partenza soltanto da un ometto. Ancora nella macchia superiamo un vallino detritico, ci si alza leggermente nei mughi contornando la Cima del Bancon e si esce dalla vegetazione, si segue la traccia che va verso la Val dei Cantoni. superiamo l'allineamento della Torre di Babele. Oltrepassiamo anche lo sbocco laterale del canalone che fa capo alla Forcella del Vento. Ci addentriamo maggiormente nella Valle. Raggiungiamo un primo nevaio in via d'estinzione, lo saliamo sulla destra, e sotto la Cima Paolina e la Cima  De Toni lo dovremmo attraversare, spostandoci sulla sinistra. Per una lastronata ed un canalino avviciniamo uno scuro portale. Insistiamo sulla sinistra laddove ci sovrastano delle rocce rossastre. Assecondiamo i dentro e fuori di una fascia franosissima , infilando un caminetto. Affrontiamo qualche saltino. Passiamo delle belle pozze, arriviamo così ad un secondo nevaio, pure in forte ritiro. Sopra di noi ci lasciano senza parole le lisce muraglie della grandiosa cresta Sud-Ovest. Proseguiamo su per un ghiaione; Zigzaghiamo lungo una divertente gradinata in passato coperta dal minaccioso seracco del Giazzer. Guadagniamo nel suo straordinario isolamento quanto resta dello stesso ghiacciaio. Teniamo la sinistra preferendo camminare sui detriti , seguiamo in ultima fine una rampetta e ci portiamo al Bivacco.
Cesare Tomé

Agordino che fu un pionere e esploratore delle Dolomiti di cui salì per primo alcune delle più importnati cime (Agner, Moiazza, Piz di Sagron) e dove effettuò alcune ascensioni difficile in tarda età sulla Marmolada (parete Sud 1897 a 53 anni) e Civetta (parete Nord-Ovest 1906 a 62 anni). Personaggio carismatico, dal carattere difficile, introverso, lupo della montagna, ostile al turismo "proporzionale"; fu presidente della sezione del Cai per ben 33 anni.

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