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Ferrata delle Trincee

Montagna > Padon
Dislivello: 250m circa dalla Forcella Porta Vescovo
Tempo complessivo: 4-5 ore, 3 ore per la ferrata, 1 ora sia per tornare a Porta Vescovo che per arrivare al Fedaia
Difficoltà: percorso di media difficoltà, tratti di I e II, un unico passo chiave
Accesso: dal Passo Fedaia e dalla Forcella Porta Vescovo
L’attacco può essere raggiunto comodamente da Arabba (BL) con la Funivia Porta Vescovo; o altrimenti dal Passo Fedaia, risalendo il sentiero N°698 e percorrendo i facili prati del versante ovest. La Via Ferrata delle Trincee si sviluppa sulla Catena del Padon (sottogruppo della Marmolada) da lla Forcella ove giunge la funivia Porta Vescovo a nord alla Forcella Padon a Sud. Attraversa spesso per cresta, i vecchi tracciati austriaci della Grande Guerra, nonché i resti delle baracche e delle trincee,a appunto. Dalla funivia in crica venti minuti di facile sentiero si giunse sotto la parete della Mesola, che è già il punto chiave di tutto l’itinerario, presenta una parete scura di circa 50 metri, ben ferrata e con buoni punti d’appoggio; dopo di che si obliqua a destra con forte esposizione per poi terminare il primo tratto in cresta; arrivati a questo punto il resto dell’escursione prosegue su tracciato può semplice. Si continua per cresta, su traccia evidente e superando un ponte sospeso in breve si giunge sul punto più elevato del nostro itinerario: la Mesola a 2727 metri; di qui si ridiscende per roccette e alcuni salti che richiedono forza nelle braccia, fino al raggiungimento di una ampia forcella erbosa e detritica: esiste la possibilità di uscire dalla Ferrata, verso ovest.  Si risale una semplice dorsale per facile sentiero terroso e si imbocca di nuovo il tracciato ferrato su di una cengia (muri, resti della guerra), la si percorre raggirando LO “Spiz de Mezdì” a nord, poi si scende un lieve salto, potenzialmente difficile, e si giunge su sentiero, lo si segue prima su “pala” erbosa e poi per cresta. Ottimo punto di osservazione su gran parte  delle Montagne Agordine; inoltre si possono vedere i resti delle baracche; queste cime sono spesso oltrepassate o bucate dalle gallerie della guerra 15-18, tutto ciò può offrire un ricordò sia sentimentale che fotografico. Si prosegue sulla cresta sino a d un bivio: a ovest vi una facile uscita dalla Ferrata. All’est invece, noi proseguiamo prima scendendo una decina di metri  un canalino e poi risalendo per una cengetta, portandosi nel tratto finale. Qua vi è l’ultima uscita non obbligata. Scavalchiamo verso ovest la forcella, si segue il sentiero in direzione delle Mesolina, si attacca in alto (si nota il cordino metallico), è un tratto molto facile non molto esposto e relativamente basso, l’univo problema può venire dall’ultimissimo passaggio: uno spigolo esposto che conduce nella galleria finale, lo si supera prestando attenzione e usando molto le braccia. Si segue la cavità rocciosa in salita, all’interno di questa ci sono varie postazioni di vedetta, che ora possono essere delle idee fotografiche, si sbuca nei pressi del Bivacco Bontandini. Si può anche molto facilmente risalire anche sulla Mesolina. Passando in queste zone dove i nostri nonni hanno combattuto è un momento speciale, forse più di altre zone meriterebbe il silenzio mentre lo si attraversa.
La discesa può avvenire in vari modi, in tutti i casi si deve raggiungere il Rifugio Padon sulla medesima forcella, seguendo l’intuitivo e facile sentiero. Si può, percorrendo il sentiero dell’AltaVia Del Padon, sul versante ovest e rientrare alla Forcella della Funivia Porta Vescovo. Si può scendere seguendo il tracciato della pista sino al passo Fedaia. Infine si può prendere la seggiovia del Padon e scendere a Capanna Bill (1780m) sopra Malga Ciapela.
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