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Moiazza Sud (2878m)

Montagna > Moiazza > Cresta Sud
La Moiazza Sud è la cima principale del gruppo, la più alta assieme alla Cima delle Sasse, 2878m. Si rivolge a su, verso Agordo con la sua maggior parete, che anche pur non avendo l’arditezza di altre cime della zona trova un interessante interesse alpinistico. Si eleva sulla cresta principale e viene divisa dalla cresta delle Masenade dall’omonima Forcella; allo stesso tempo a nord troviamo la Forcella Castiglioni e a ovest la Forcella delle Nevere. La sua parete è solcata da una delle cenge più conosciute del panorama Dolomitico: la Cengia Angelini, parte integrante del tracciato ferrato della Costantini: staccandosi dalla quale si può raggiungere la Cima. Non ha grande rilievo di parete, invece, a est dal momento che la sottostante conca detritica del Van della Moiazza raggiunge e in certe zone supera i 2500 metri. È ben visibile da molte zone, grazie alla caratteristica forma piramidale: ben la si nota dal Corn del Framont o dalla Malga Pelsa. Venne raggiunta da Cesare Tomé con la guida Eugenio Conedera il 17 settembre 1895: Tomé nei suoi appunti scrisse che venne raggiunta dopo il terzo tentativo, quindi non fu facile per i due pionieri trovare la giusta via, la salirono pernottando alla Casera della Moiazzetta, e superando il lato Nord-Est. La seconda salita, veramente di rilievo, è una solitaria di Lothar Patera, sempre partendo dalla Casera e percorrendo grosso modo l’itinerario di Tomé. Tale relazione figura nella guida: “Der Hochtourist” ed.1903 e 1911, e viene considerata come la prima assoluta; anche le guide: “Guida Turistica del Cadore, Zoldano e Agordino” di Giuseppe Ferraglio (1910) e “Le Dolomiti Orientali” di Antonio Berti commettono un grave errore, descrivendo che Patera raggiunse il Monte Moiazza ovvero la Moiazza Nord invece cha la Moiazza Sud. Dal Van delle Nevere la raggiunsero i Fratelli Bruno e Ettore Castiglioni il 03 agosto 1926, risalendo il canalone, spesso innevato e pericoloso, in direzione della Forcella che in seguito venne loro dedicata. Cesare Capuis, Giovanni Angelini e Franco Vienna il 28 agosto 1931, tracciarono il primo itinerario per la grande parete meridionale, la quale non venne totalmente affrontata. Il 03 agosto 1946, Giovanni Zorzi e Giancarlo Banchieri salivano dal Van delle Nevere, con un itinerario vario e divertente, consigliato rispetto alla via dei Castiglioni. Lo stesso Zorzi stavolta con Piero Mason il 22 agosto 1951 salirono alla cima da oriente, salendo dal Van della Moiazza. Da sud salirono nell’ottobre 1954 Odone Zasso e Giuseppe Sorarù, non si hanno notizie precise ma salirono da sud, dalla Levina dei Cantoi. Nel settembre 1961 altri alpinisti valorosi, Claudio Barbier, Armando Da Roit e Umberto Benvegnù dal Van dei Cantoni salivano il grande canalone che sfocia  a destra della valanga, tale itinerario alterna tratti molto difficili a tratti molto facili. L’impresa più significativa la campirono Umberto Benvegnù e Renzo Condeder il 12 luglio 1964 risalendo il diedro sud-ovest che scolpisce la parete da cima a fondo.
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