Ferrata F.Gialle - listolade.it

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Ferrata F.Gialle

Montagna > Civetta > Civetta Sud
Dislivello: ferrata m. 480. Lunghezza della ferrata m. 900.
Tempo: circa 4 e  ½
Difficoltà: difficile. Esposizione e verticalità ne fanno una delle ferrate più difficili delle Dolomiti.
Accesso: da Cencenighe presso l’abitato di Bastiani
Punto di Partenza

Nel versante ovest della Palazza Alta mt. 2255 ( Monte Alto di Pelsa) c'è una interessante ferrata che in alcuni tratti raggiunge la difficoltà del III°+. Anche se il percorso ferrato è di tutto rispetto non è noto e frequentato come lo sono le altre ferrate dolomitiche. Dal paese di Cencenighe si sale verso la contrada di Bastiani (971 m). Arrivati al parcheggio, si trovano le indicazioni che portano al sentiero n°. 562.  Si sale, prima una mulattiera poi, per un facile sentiero boschivo incontrando molte tabelle in legno, le quali segnalano, il percorso con indicazioni sull'altitudine e la località del posto.  Dopo un'ora si esce dal bosco (1450 m); magnifico panorama verso la valle del Cordevole contornata all'orizzonte dalle alte vette dell'Agner, delle Pale di San Martino fino allo Sciliar continuando verso N con la "grande muraglia" della Marmolada. Il sentiero si fa più ripido e si snoda su un crinale di rocce friabili, alcuni tratti su cengia piuttosto insidiosi sono dotati di funi metalliche e fino alla Val delle Taie bisogna far attenzione nell'attraversare il dirupo franoso; la risalita continua fino a m. 1550 fin sotto al colatoio che scende dalla cima della Palazza Alta facilmente riconoscibile dalla valle perché è una fascia di roccia più chiara, dove sulla destra si sviluppa il tracciato della ferrata il cui attacco inizia alla quota di mt. 1775.  Questa traversata prima dell'attacco si svolge in ripida salita tra una folta vegetazione di pino mugo e cespugli di rododendri e termina su uno spiazzo erboso ricoperto di piante di stelle alpine (circa 2 ore).

La ferrata

Inizia l’attacco, dove parte anche la corda metallica. La via si può teoricamente suddividere in quattro parti. Un sporgenza rocciosa verticale coperta a tratti da qualche cespuglio viene superata con qualche passaggio di III°, mancano chiaramente appoggi per i piedi; bisogna utilizzare la forza delle braccia, ciò rende ancora più impegnativa e attraente la ferrata; il percorso sale rapidamente in quota, il panorama si fa sempre più bello e si sopraggiunge ad una enorme cengia, ricoperta di rododendri. Secondo tratto (30' dall'attacco). Continuando la salita lo scenario è ininterrottamente magnifico; le cime delle montagne diventano sempre più distinte, si riconosce il bivacco Bedin sulle Pale di San Lucano e la cima dell'Agner. Sfruttando piccole cenge, canalini e fessure si avanza su roccia durissima di questa parete verticale con difficoltà che arrivano al III°. Si supera una placca un po strapiombante con una manovra inusuale. Si supera una placca un po strapiombante con una manovra inusuale. Si arriva alla seconda grande cengia. Guardando in su si può notare, uno spigolo molto esposto. E’ l'inizio del terzo tratto (circa due ore dall’attacco).  Si sopravanza con difficoltà lo spigolo a picco; bisogna impiegare molta forza delle braccia. Ora, la cima della Palazza s’ intravede. Si superano altre due brevi pareti di roccia liscia. Si attraversa sulla sn. un cono detritico e per tracce si giunge infine alla vetta (3,20 ore all'attacco). L'anfiteatro che appare sulla cresta è tra i più belli che si possa immaginare, il gruppo del Civetta con in primo piano le Torri Venezia e Trieste, più a destra il massiccio della Moiazza, il panorama è grandioso e nello stesso tempo molto vicino, la fermata è d'obbligo.

Discesa:

Viene effettuata verso NE per scarse tracce di sentiero degradanti attraverso distese erbose passando dopo un'ora nei pressi della Casera Favretti (mt. 1827).Da questo altipiano prativo si raggiungere il s. 560 tagliando un po’ il percorso e prendendo come riferimento la Torre Venezia e si giunge poco dopo sul tracciato che porta al rif. Vazzoler (1 ora 45' dalla cima). Si prende il sentiero 555, verso valle, che è una carrareccia usata per i rifornimenti al rifugio e percorre la Val Corpassa fino a Listolade (m. 680).  Dal paese si prende poi per il rientro in città l'autocorriera di linea.

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