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Funghi

Flora delle Dolomiti
Il regno dei funghi, (dal latino fungi) o miceti, classificati scientificamente, da Linnaeus nel 1753, ma inizialmente accorpati alla Plantae, poi elevati al taxon di regno (Nee, 1817 e con criteri attuali da Whittaker nel 1968), comprende più di 100.000 specie di organismi aventi queste caratteristiche: Alimentazione eterotrofa, completa mancanza di tessuti differenziati a di elementi conduttori, sistema riproduttivo attraversi elemnti detti spore (e non attraverso uno stadio embrionale come avviene per piante e animali). Altri oraganismi storicamente classificati come Funghi sono tutt’ora di classificazione incerta: alcuni autori li classificherebbero nel Regno Protista o Protoctista, che comprenderebbe organismi unicellulari delle classi Plasmodiophoromycetes e Myxomycetes. Qualcuno ha proposto anche un sesto regno (Cromista), comprendente le classi dei Hypochitridiomycetes e Oomycetes. La classificazione dei funghi è stata sottoposta a molti cambiamenti negli ultimi anni, come conseguenza dell’intensificazione degli studi. L’avvento degli studi molecolari ha fortemente contribuito, negli ultimi 10-15 anni a produrre un ordinamento sistematico più obiettivo, basato sulla filogenesi, ordinamento che promette un maggior grado di stabilità.

Caratteristiche

Al regno dei funghi in senso stretto appartengono organismi, da molto semplici, unicellulari a più complessi, pluricellulari con struttura vegetativa organizzata in cellule filamentose dette ife o micelio primario. A differenza delle cellule vegetali, che hanno una parete costituita prevalentemente da cellulosa, la parete cellulare dei funghi è costituita da un altro Polisaccaride, la chitina, polimero della N-acetil-glucosamina, presente anche nell’esoscheletro degli Artropodi (insetti, ragni, crostacei). La chitina, rispetto alla cellulosa è molto più resistente alla degradazione da parte dei microbi, al caldo, al freddo e alla siccità. Le cellule che costituiscono le ife possono essere mono o polinucleate e possono essere divise da setti. La presenza o meno dei setti è una caratteristica distintiva di alcuni gruppi di funghi rispetto ad altri. Negli Zigomiceti, infatti, le ife non sono settate, cosa che invece è presente negli Ascomiceti, nei Basidiomiceti e nei Deuteromiceti. Tale, setto, può essere: intero, senza poro; perforato, con poro centrale che consente il passaggio del protoplasma e di organismi cellulari; a barile o doliporo, con poro circondato da un bordo da fibre di chitina che arriva a formare una struttura cilindrica (presente in alcuni gruppi di Basidiomiceti). Le ife si sviluppano all’interno del substrato di crescita fino a formare un reticolo intrecciato detto micelio. Una delle caratteristiche di alcuni funghi è quella di emettere luce, come ad esempio la Clitocybe dell’ulivo (Omphalotus olearius), che si illumina per via delle lamelle bioluminescenti.

La riproduzione

I funghi si possono riprodurre in maniera asessuata o in maniera sessuata attraverso la produzione di spore, dette endospore, come avviene per la maggior parte di essi. Le spore possono essere prodotte in maniera sessuata, attraverso la fusione di duo o più nuclei, o asessuata senza che ciò avvenga. A seconda del Phylum cui appartengono i funghi che le producono si parlerà di Ascospore (Ascomycota), Basidiospore (Basidiomycota) o Zigospore (Zigomycota).
Riproduzione asessuata

Tale riproduzione può avvenire per:

Scissione: come avviene nei lieviti (Ascomycota), consiste nella divisione della cellula madre in due cellule figlie uguali, con lo stesso patrimonio genetico attraverso un processo chiamato mitosi. I funghi che adottano questo sistema riproduttivo hanno un accrescimento esponenziale.
Gemmazione: comune anch’essa nei lieviti, è un sistema in cui le cellule figlie compaiono come protuberanze (gemme) della cellula madre dalla quale poi si possono staccare diventando autonome o possono restare attaccate formando una colonia; è diversa dalla scissione in quanto in essa avviene una ripartizione diseguale del citoplasma.

Frammentazione: avviene con il distacco di una parte più o meno sviluppata che si accresce in maniera indipendente.

Sporogenesi: attraverso un processo mitotico vengono prodotte spore (mitospore), capaci di generare un nuovo individuo, in cellule specializzate (Sporocisti). Le mitospore, protette da una spessa parete, possono essere mobili e flagellate (Zoospore), oppure no (Aplanospore). In alcuni gruppi di funghi vengono prodotte un particolare tipo di aplanospore esternamente alla sporocisti, chiamate Conidiospore.
Riproduzione sessuata
La riproduzione sessuata è subordinata alla produzione di spore che, prodotte a milioni da ciascun individuo, vengono diffuse sostanzialmente attraverso il vento, l’acqua o gli insetti. Numerose specie appartenenti ad esempio ai Phyla Oomycota, Zygomycota ed Ascomycota le spore maschili e femminili si uniscono formando un’unica struttura polinucleata che in seguito alla fusione dei nuclei (evento che non avviene subito dopo la fusione tra le spore) subisce meiosi producendo spore aploidi, le quali germinano formando nuovi miceli. Nelle specie appartenenti al Phylum dei Basidiomycota la spora di una determinata polarità sessuale se, una volta raggiunto il terreno o il substrato più adatto, nelle condizioni più favorevoli di umidità e temperatura, germina formando un filamento di cellule detto ifa (micelio primario). Per poter completare il ciclo biologico e organizzare le strutture riproduttive, dal micelio primario si deve passare al micelio secondario, vero organismo fungino. Così l’ifa generata da una spora con carica maschile si unisce ad una con carica sessuale opposta, fenomeno noto come somatogamia, per formare il micelio secondario che genererà il frutto (carpoforo) portatore di nuove spore. Quando i un micelio i nuclei cellulari, nell’ambito dello stesso citoplasma, hanno un patrimonio genetico simile si parla di omocariosi. Può avvenire, invece, che nello stesso citoplasma siano presenti nuclei geneticamente differenti a seguito di mutazione o di fusione di ife geneticamente diverse, in tal caso si parla di eterocariosi, fenomeno scoperto dal micologo tedesco Buryef nel 1912. L’eterocariosi è fondamentale per l’evoluzione dei funghi in quanto garantisce l’opportuno mescolamento del patrimonio genetico con una conseguente maggior variabilità di specie.

Nutrimento

Tutti i funghi sono eterotrofi, cioè ricavano le sostanze nutritive dall’ambiente esterno assorbendole attraverso le pareti; essi rivestono un ruolo ecologico importantissimo perché sono in grado di decomporre il materiale organico presente nel terreno. Essi costituiscono un anello importantissimo dell’ecosistema, in quanto permettono la chiusura del ciclo della materia rendendola nuovamente disponibile all’organicazione da parte delle piante verdi. L’eterotrofia dei funghi li costringe ad un tipo di vita dipendente che si può differenziare in tre modalità, distinte in base ai rapporti del fungo stesso con il substrato di crescita: saprofitismo, parassitismo e mutualismo. A seconda delle loro esigenze nutritive i funghi si dividono in saprofiti, parassiti e simbionti o mutualistici.

Saprofiti

Si definiscono così tutti quei funghi che degradano sostanze non viventi di origine animale o vegetale in composti meno complessi. Ad esempio vari composti organici coma la lignina e la cellulosa vengono aggredite e disgregate da una miriade di differenti funghi, che con i loro enzimi sono in grado si smontarli e nutrirsene in una catena metabolica molto intricata rendono questi composti sempre più semplici fino ad ottenere un residuo minerale assimilabile dal fungo. Ogni fungo occupa una propria posizione in questa catena di demolitori altamente specializzati, tanto che se per una qualsiasi ragione un anello in questa successione venisse a mancare il processo metabolico si interromperebbe e l’insieme di organismi dipendenti dai precedenti muore. In pratica non esiste composto organico che i funghi non riescano a degradare. Ad esempio, la specie “Hermodendron resinae” è capace di metabolizzare il cherosene. Si comprende il ruolo di estrema importanza che questi  organismi hanno nel riciclare la materia organica di rifiuto.
Parassiti

Si definiscono “Parassiti” quei funghi che si nutrono di organismi viventi, portandoli a volte gradatamente alla morte. In natura essi operano la selezione dei più forti. Alcuni fra questi funghi, come ad esempio la “Armillaria mellea”, dopo un iniziale comportamento da simbionte, diventano parassiti, per cui l’ospite (una pianta) viene uccisa, continuano poi con comportamento saprofita a nutrirsi della loro vittima anche quando essa è ormai morta; al contrario quelli definiti parassiti obbligati per distinguerli dai precedenti che vengono detti facoltativi, muoiono se muore il loro ospite. Il parassitismo colpisce anche gli animali, l’uomo, gli insetti e gli stessi funghi, con specializzazioni ancora una volta anche estreme, ad esempio esistono funghi specializzati nel degradare solo le tegmine delle cavallette oppure colpire una particolare specie di insetto. Ne esistono anche di predatori, capaci cioè di catturare con trappole anche sofisticate (cappi strozzanti, bottoni adesivi), le loro prede come ad esempio i nematodi. Di recente, si tenta con successo di utilizzare questi parassiti nella lotta biologica contro specie che sono risultate resistenti agli insetticidi. Ad esempio, le zanzare del genere Anopheles portatrici della malaria, vengono uccise dalla Beauveria bassiana;  basta infatti spruzzare una emulsione di acqua, olio e micelio, dove l’olio serve a conservare l’umidità necessaria perché il fungo sopravviva.
Simbionti

Si definiscono simbionti quelle forme di parassitismo controllato in sui una specie si avvantaggia dell’ospite e questi trae vantaggio dalla contaminazione col “parassita”; lo scambio è alla fine mutualistico. Ad esempio il fungo estrae zuccheri dalle radici della pianta ma per scambio chimico cede sali minerali, azoto potassio, fosforo. Il processo di infezione viene detto micorriza. Il fungo cede anche acqua, nel costruire le proteine durante il processo di polimerizzazione tra il gruppo amminico di un amminoacido e il gruppo carbossilico di un secondo, di cui la pianta attraverso l’assorbimento radicale si impadronisce. Si comprende come in caso di siccità questo meccanismo possa essere di grande aiuto. In un altro caso di simbiosi (orchidee), il fungo cede zuccheri alla piantina in crescita, almeno fintanto che non si sviluppa il processo di fotosintesi. Poiché il seme della pianta è estremamente piccolo e non contiene praticamente carboidrati, la simbiosi è qui vitale.
Funghi patogeni

Certe specie di funghi possono causare patologie all’uomo, agli animali e lale piante. Per l’uomo e gli animali sono patogeni alcuni funghi microspcopici, che sono causa di micosi. Le piante sono invece attaccate da parecchi funghi, che causano diverse patologie: marciume alle radici, come i funghi del genere Armillaria o Rosellinia; marciumi al colletto, come quelli causati da Phytophthora o Pythium; presenza di muffe sulle foglie, come nel caso della Peronospora e dell’Oidio della vite; marciumi sui frutti, come i funghi del genere Monilinia; dissecamenti dei rami, come i funghi del genere Fusarium o Verticillium.

Sistematica

Secondo Ainsworth (1900) il regno dei funghi veniva suddiviso in duecento divisioni Myxomycota ed Eumycota. In quest’ultima gli autori dicevano no a qualcosa di nuovo come cinque sottodivisioni (Ascmycota, Basidiomycota, Chytridiomycota e Zygomycota) di cui si elencano di seguito i sott’ordinati taxa:
Leggende e Mic-t-ologia

I funghi, proprio per il fatto che sembrano spuntare dal nulla su terreno o su tronchi di piante nonché per via della velenosità di talune specie e per via degli effetti allucinogeni di altre, hanno sin dai tempi antichi suscitato la fantasia degli uomini, avvolgendosi in un alone di magia e mistero e divenendo protagonisti di credenze e leggende popolari.

Secondo alcune credenze, infatti, si afferma che i funghi che crescono in “cerchio” siano generati da danze notturne di streghe o di gnomi (“cerchio delle streghe”.

Nell’antica Cina il fungo “ku” o “Chih” era considerato simbolo di lunga vita, magico, divino e legato in qualche maniera all’immortalità.

Gli Aztechi ed i Maya consideravano i funghi allucinogeni “carne divina”, per le loro proprietà allucinogene.

Nell’antica Grecia, come in Cina, il fungo era considerato simbolo di vita e pertanto divino: narra tal proposito una leggenda che l’eroe Perseo, dopo un lungo viaggio, trovandosi stanco  ed assetato, si poté rifocillare con dell’acqu raccolta all’interno del cappello di un fungo; per questo motivo decise di fondare in quel posto una nuova città che chiamò Micene (dal greco Mykés=fungo), dando vita alla civiltà Micenea.

Nella Roma antica il fungo, pur apprezzatissimo per le sue qualità culinarie (ad esempio L’Amanita caesarea), diventò simbolo di morte, ed infatti il termine “fungus” indicherebbe “portatore di morte”. Sono vari gli episodi tra leggenda e realtà legati alla concezione funesta dei funghi: si narra che l’imperatore Claudio era così ghiotto di funghi che morì proprio a causa di questi: la moglie Agrippina, conoscendo questa sua debolezza culinaria e desiderando mettere sul trono, al suo posto, il figlio di primo letto Nerone, lo avrebbe fatto avvelenare proprio con funghi velenosi.

La mitologia Nordica, narra che una volta Odino era seguito dai diavoli e le gocce di bava rossa che cadevano dalla bocca di Sleipnir, il suo mitico cavallo a sei zampe, si trasformarono magicamente in funghi rossi.

In Siberia, come racconta James Arthur, un etnobiologo di fama internazionale: gli sciamani usavano e usano il fungo Amanita muscaria come un sacramento religioso Essi, entrano attraverso un’apertura del tetto e portano questi funghi in grandi sacchi. Sono vestiti di rosso e bianco, i colori di Babbo Natale, ma anche dell’Amanita, che in Siberia cresce nei boschi di conifere.



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