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Il Mulino dei "Thacarie"

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Casa dei "Thacarie" con annesso mulino
La casa dei "Thacarie" oggi, con la ricostruzione della ruota del mulino.
Il Mulino dei "Thacarie" era sito in località "SotVila", al N°4141 (colore verde) veniva rifornito dall'acqua della rosta ed era dotato sia di macina per il sorgo sia che di pestino per l'orzo. Dalla foto si avvince che l’alimentazione della ruota idraulica avveniva di petto o di mezzo. Si ha per certa la presenza di un pila-orzo già a metà del 1800, sul sito ove nel 1864 sono iniziati i lavori della costruzione della casa. Dopo un attento calcolo, molte valutazioni in fase di ricostruzione e rilevazioni nel “scur del Molin”, la disposizione delle macine da grano e del pila-orzo dovrebbe essere la seguente: entrando dalla porta nella parte posteriore della“Casa dei Thacarie” si trovava innanzitutto il pila-orzo in asse con la ruota idraulica, nel “scur del Molin” è stata trovata una grossa pietra quadrata, con un foro al centro, probabilmente da qui si innalzava la struttura che sorreggeva gli  organi meccanici. Dalle ricerche effettuate, sia in Comune di Taibon che all’Archivio di Stato di Belluno, è data per certa la presenza in questo opificio della pila e anche delle macine: dal censimento del 1855 si rivela la presenza del pestino; dalle testimonianze pervenute sino a noi  e l’ineccepibile presenza di tre mole da mais, quella fissa di base e due superiori, mobili, tutte integre e dalle due piccole mole del pila-orzo con annessa la parte bassa formata da una grossa pietra cilindrica, che però si presenta spezzata in due parti, si rafforza la tesi della presenza di entrambe le macchine; il pestino quindi non presentava la classica vasca, ma questa pietra basale con le pareti perimetrali costituite di assi di legno.  È possibile che nel 1855 esistesse solo il pila-orzo, poi la successiva modifica e costruzione della casa nel 1865, da parte dei fratelli maschi figli di Zaccaria Dell’Agnola, portò all’aggiunta dell’impianto per la macinazione del mais; quindi la famosa foto potrebbe essere fatta nel periodo in cui vi era solo il pila e solo in un successivo momento furono aggiunte le mole da mais,  su documento comunale si verifica la presenza di quest’ultimo a partire dal 1870.  Nel 1864 pendente l’investitura giunta a decreto 03 marzo 1964 N°375 dell’ufficio delle pubbliche costruzioni.  Nel 1864 è di proprietà di Dell’Agnola Zaccaria fu Antonio. Nel 1890 va a Dell’Agnola Cipriano (Sindaco) fu Zaccaria. Mia nonna, Rosalia, mi raccontava che quando da bambina aveva il compito di sorvegliare il lavoro del mulino, a tempo perso,  “fee doi sotre e doi divisioi”, cioè faceva alcune sottrazioni e alcune divisioni. Mentre in inverno succedeva che la ruota si ghiacciasse, quindi si doveva intervenire per togliere il ghiaccio e far ripartire la ruota, ma era un intervento pericoloso perché si correva il rischio di cadere nel canale. La ricostruzione grafica è stata un impresa non da poco, non si garantisce il 100% della precisione, dal momento che all’interno del “scur del mulin” si trova solo parte della travatura originale, mentre nel “mulin” è stato totalmente tolto tutto. La cessione delle attività molitorie negli anni 30’ e le successive modifiche effettuate hanno fatto si, che a noi, siano arrivate poche informazioni. (Si procederà comunque con una ricerca all’Archivio di Stato di Venezia).
“na olta me fee do isotre e doi divisioi, intant che se abadea del mulin”

Rosalia Cadorin

“cande, d’invern, la roda del mulin la se ingiazea se chiapea el manarin e se ghe spachea ia la giaz, la l’era pericoloso perché dopo la se movea e dele olte ei proprio riscià de saltà do in te canal, sot ala roda”

Rosalia Cadorin

LE MACINE
"la Mola fissa dell'ultimo periodo di attività"
"Le Mole della Macina" a sx quella mobile (vecchia), a dx quella fissa
"la lanterna originale"
"la sede dove si inserisce la nottola"
"la nottola originale"
"il fulcro dove girava la lanterna"
La lanterna del "Mulin dei Thacarie"
La "Lanterna" del Mulino dei "Thacarie" è composta da 13 denti disposti su due flange di circa 49cm di diametro, attorno alle quali vi è un anello di ferro. I denti sono alti circa 17cm. l'Asta o l'albero che tramette il moto alle macine è composta da un unico pezzo di ferro forgiato dalla lunghezza di 130cm. Nel "scur del Mulin" è stato ritrovato anche un pezzo di ferro forato nel quale, la lanterna faceva perno per ruotare.
PILA-ORZO
"una delle due mole"
"Le mole del Pestino o Pila-Orzo"
"il parziale della Mola di base"
"il blocco basale trovato nel scur del mulin"
La ricostruzione
Testo: Dell'Agnola Silvio
Foto Archivio: Dell'Agnola Silvio
Disegni realizzati con Rinhoceros da Dell'Agnola Silvio
Testimonianze storiche: Dell'Agnola Antonietta, Fontanive Carlo,
Testimonianze tecniche: De Martin Danilo
Biblografia:
Handwerk am Bach - Karl Wiesauer - Tyrolia;
Guida StoricoAlpina di BELLUNO-FELTRE - Ottone Brentari - NuoviSentieri;
Antichi Mestieri e Vita rurale - Gudrun Sulzenbacher - FolioEditore;
L'avventura del pane quotidiano - Laura Pavan - NuovaDimensione
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