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Livinallongo del Col di Lana

Agordino > Livinallongo
    Andraz - Andràc    m      
Andraz o Andràc, deriva dalla parola prelatina “anderus” o “andrais”, che allude alla proprietà terriera di una famiglia. Meno attendibile la derivazione dal nome personale “Andreas”. L'abitato è corto in tempi antichissimi intorno alla confluenza del Rio Crèola (Ru de Graola), con il Rio Castello (Ru de Ciastel o d'Andràc). Secondo la tradizione ad Andraz sarebbe avvenuto il primo matrimonio tra una giovane “selvaria” (ragazza selvaggia) e un possidente del luogo, che se ne innamorò pazzamente, la prese in moglie e con lei visse per lungo periodo in piena felicità. Il paese è certamente molto antico ma viene citato per la prima volta solo nel XV secolo- agli inizi del 1900 era un florido villaggio montano, con due alberghi, un panificio, uno spaccio alimentare, una fabbrica di birra e persino un orefice.
    La Chiesa della Santissima Trinità      
  
La Chiesa di Andraz, del XVII secolo è dedicata alla Santissima Trinità. Una prima cappella viene documentata nel 1478, ma pare esistesse già almeno un secolo prima. Nel 1488 viene riconsacrata a seguito di una profanazione avvenuta nel 1487, quindo l'edificio sacro venne devastato dai soldati della Repubblica di Venezia, che procurarono anche altri molti danni al villaggio. Nel 1648 la chiesa venne ampliata e l'anno successivo riconsacrata dal Vescovo ausiliare di Bressanone Giosué Perchhofer. Al suo interno sono contenuti altari di altissimo pregio: l'altare di sinistra, dedicato a San Giuseppe, proviene dalla vecchia cappella di San Raffaele del Castello di Andraz, opera di autore ignoto del XVI secolo. La nicchia dell'altare di destra, dedicata alla Vergine immacolata, custodisce una bellissima scultura in legno di Domencio Moling, eseguita nella prima metà del XVIII secolo, certamente l'opera artistica più importante della Chiesa. L'altare maggiore, dedicato alla Santissima Trinità, è stato eseguito da artista ignoto, probabilmente nel XVII secolo.
  Glossario:
Lesena: consiste in un fusto a pianta rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa con relativi capitelli e base. (è decorativo e non portante).
Parasta: è una struttura verticale (pilastro) inglobato in una parete, dalla quale sporge solo leggermente. È un elemento di sostegno della struttura.
Bifora: è divisa verticalmente in due aperture, divise da una colonna o da un pilastrino su cui poggiano due archi, a tutto sesto o acuti.
Metopa: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra scolpita a rilievo, solitamente raffigurante un disegno, posta in alternanza ai triglifi.
Triglifi: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra, decorata con scanalature verticali (glifi): le 2 scanalature centrali sono uguali, mentre le 2 laterali sono la metà di quelle centrali e messe insieme formano la 3a scanalatura ideale. Da qui il nome triglifo.
Cella: “cella campanaria” si intende la parte alta del campanile dove alloggiano le campane.
Timpano: è la superficie verticale triangolare racchiusa nella cornice del frontone, i cui tre lati si chiamano geison.
Ghimberga: indica un altissimo frontone, appuntito a forma triangolare, spesso traforato e ornato, che ricopre l'arco di una volta o di un apertura in un muro.
Aula: è la porzione che va dalla facciata al presbiterio e può comprendere una o 3 navate normalmente.
Navata: è la suddivisione interna di un edificio per mezzo di colonne o pilastri separati da arcate o architravi.
Presbiterio: è la parte riservata al clero officiante ovvero i presbiteri.
Abside: è la parte terminale della chiesa, può essere a base semicircolare o poligonale.
Paliotto: è la parte anteriore e decorata di un altare.
Ancona: dipinto su tavola o rilievo in marmo o legno, di soggetto religioso, collocato sull'altare. Termine riferito in particolare a opere del gotico e del primo rinascimento.
Testi, ricerche & Fotografie: Dell'Agnola Silvio con Nikon CoolPix P1000
Biblografia:

Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive
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