Agordo - Agort
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						     Il Paese      
								Agordo
						costituisce il centro principale dell'Agordino del quale è
						capoluogo, è collocata sulla confluenza del Torrente Rova con il
						Torrente Cordevole, nella parte bassa dell'Agordino. È
						sede di una delle più importanti industrie ottiche del mondo
						“Luxottica” che dagli anni ’60 è presente nel capoluogo, essa
						ha avuto un ruolo di grande importanza nello sviluppo del territorio,
						grazie al Cavalier Leonardo Del Vecchio e al suo braccio destro Luigi
						Francavilla. Prima dell’avvento di tale industria, Agordo era
						conosciuta come Cittadina mineraria: grazie alle cave di rame della
						Val Imperina, poste appena a sud all’imbocco della “Val dei
						Castei”. E anche per questo motivo che fin quassù sino a qui anni
						giungeva una piccola ferrovia. Grazie a questo nel 1775 nasceva  la
						Scuola Mineraria di Agordo fu decretata in un primo momento dalla
						Serenissima Repubblica di Venezia; lo stato veneto si era infatti
						accorto della necessità di formare tecnici e operai altamente
						specializzati da impiegare nelle locali miniere di Valle Imperina.
						Vent'anni dopo ci fu la caduta della Serenissima per mano di
						Napoleone, e la successiva dominazione austriaca del Lombardo-Veneto,
						durante la quale la scuola sospese la sua attività. Nel 1867 il
						ministro Sella decreto la rifondazione della Scuola Mineraria di
						Agordo. Altre, più o meno piccole, aziende sono state presenti nel
						territorio, in particolare nel settore industriale-tessile come la
						OFP dei fratelli Parissenti e la GR
						Attachments di Renzo Gavaz che fu anche sindaco del capoluogo. 
						
						 
						 
						Offre
						al turista molte passeggiate fuori porta, e punti di avvicinamento
						per la vicina Moiazza. È fornita alcuni impianti sportivi: Piscina,
						Stadio di Calcio, e un tempo anche uno Stadio del Ghiaccio, ora
						abbandonato; a questo ultimo è legata una squadra di hockey
						femminile: l’Agordo Hockey, che militava nel minicampionato
						Italiano Femminile di Hockey su Ghiaccio. 
						
								     La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Nascente      
								La
						chiesa è collocata nella parte centrale del paese nei pressi del
						Broi, ed è intitolata a Santa Maria Nascente; la Piave venne
						nominata per la prima volta ,in una bolla di Papa Lucio III,
						testimonianza della sua esistenza già nel XII secolo. Nel XIX secolo
						Papa Pio IX la elevò a chiesa abbaziale e concesse all'arcidiacono
						il titolo di abate mitrato e l'uso delle insegne pontificali nelle
						solennità dei Santi Pietro e Paolo e nella festa della Natività di
						Maria. Venne edificate sui resti di una chiesa romanica, deve
						l'attuale aspetto alla Famiglia de Manzoni appassionati d'arte; il
						restauro ad opera dell'architetto Giuseppe Segusini, avvenne nel
						1852. caratteristica è la presenza di due identici campanili e la
						cupola posteriore, elementi molto rari nelle chiese di montagna.
						L'interno è impreziosito da opere di Andrea Brustolon e Honoré
						Balzac. Tra glia altari, vi sono quelli dedicati a Santa Lucia e
						Santa Barbara, protettrice di minatori, artificieri e pompieri;
						quest'ultimo è una copia ben fatta di quella situata nella chiesa di
						Santa Maria Formosa a Venezia. Tra le sculture, la statua di Albino
						Luciani, cappellano della chiesa divenuto poi Papa Giovanni I. vi è
						custodita una preziosa statua in legno raffigurante la Madonna del
						Rosario, realizzato dall'artista zoldano Valentino Panciera Besarel
						(1829-1902). l'interno del tempio presenta un imponente ciclo di
						affreschi, opera di Giovanni DeMin (1786-1859), tra cui spicca
						maestoso “l'ingresso di Cristo in Gerusalemme” che avvolge la
						semicirconferenza dell'abside.  
						
						 
						Veduta delle Case di Val Imperina
								 
						La vecchia locomotiva Bribano-Agordo
								
						Le
						ricerche sui terreni analizzati nella zona dimostrano che il lago di
						Agordo esisteva fra il 3800 e il 4000 a.C. E che la sua durata fu di
						circa 6-7 secoli. Tale presenza venne appurata dall'ing. Arvedo
						Decima nel 1982 e, in seguito, da altre ricerche dell'università di
						Padova hanno confermato la presenza di un bacino. Questo antico lago
						giungeva a sud fin fino alla strettoia del “Sass di San Martino”,
						si suppone che un evento franoso nella zona, sbarrò il normale corso
						del Cordevole, e causò la formazione di questo lago; nei secoli
						l'acqua che spingeva ed erodeva e il normale disgregarsi delle rocce
						liberò il passaggio lasciando defluire l'acqua.
						
						Agordo
						era un bambino che viveva in basso Agordino, a quel tempo ricoperto
						da un lago. Il bambino si trovava su una barca con mamma e papà,
						quando un forte colpo di vento fece ribaltare l'imbarcazione; il
						padre riuscì a guadagnare la riva ma la barca e il bimbo,
						scomparvero tra le acque azzurre del lago. Il padre preso dalla
						disperazione, si guardò attorno, e vine sopraggiungere un cavaliere,
						si trattava di San Martino, forse un centurione romano che aveva
						assistito alla scena. Senza esitazione il santo estrasse dal feretro
						la daga e colpi le montagne che chiudevano a sud le montagne della
						conca. Il poderoso e potente divise il Monte Celo e Monti del Sole,
						creando il canale (dei Castei) e l'acqua defluì rapidamente. Sul
						fondo spuntò la barca capovolta sotto alla quale giaceva il bambino
						ancora vivo.
						
						Un
						altra visione della Leggenda, la Mitologica di San Martino molto
						popolare tra le Dolomiti, vedendo il le condizione di vita miserevole
						e povertà in cui vivevano gli abitanti delle rive del lago, con
						pochissimo terreno da coltivare, venne mosso da compassione. Fu così
						che decise di tagliare le montagne a sud della Conca, infatti è
						anche nota come tagliata di San Martino.
						
									 	 	 	   Glossario:
							Lesena: consiste in un fusto a pianta rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa con relativi capitelli e base. (è decorativo e non portante).
 Parasta: è una struttura verticale (pilastro) inglobato in una parete, dalla quale sporge solo leggermente. È un elemento di sostegno della struttura.
 Bifora: è divisa verticalmente in due aperture, divise da una colonna o da un pilastrino su cui poggiano due archi, a tutto sesto o acuti.
 Metopa: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra scolpita a rilievo, solitamente raffigurante un disegno, posta in alternanza ai triglifi.
 Triglifi: è un elemento architettonico del fregio, consiste in una formella in pietra, decorata con scanalature verticali (glifi): le 2 scanalature centrali sono uguali, mentre le 2 laterali sono la metà di quelle centrali e messe insieme formano la 3a scanalatura ideale. Da qui il nome triglifo.
 Cella: “cella campanaria” si intende la parte alta del campanile dove alloggiano le campane.
 Timpano: è la superficie verticale triangolare racchiusa nella cornice del frontone, i cui tre lati si chiamano geison.
 Ghimberga: indica un altissimo frontone, appuntito a forma triangolare, spesso traforato e ornato, che ricopre l'arco di una volta o di un apertura in un muro.
 Aula: è la porzione che va dalla facciata al presbiterio e può comprendere una o 3 navate normalmente.
 Navata: è la suddivisione interna di un edificio per mezzo di colonne o pilastri separati da arcate o architravi.
 Presbiterio: è la parte riservata al clero officiante ovvero i presbiteri.
 Abside: è la parte terminale della chiesa, può essere a base semicircolare o poligonale.
								Biblografia:
Storia dell'Agordino - Ferdinando Tamis
Guida Storico-Alpina di Belluno-Feltre - Ottone Brentari
Guida Insolita alle Dolomiti - Dino DiBona
L'Agordino e le sue Dolomiti - Giorgio Fontanive
